Questo arbusto tenace celebra fin dagli albori la magnificenza del culto antico. Lo attesta la sua etimologia latina che nasconde la gloria di essere associato a helios (sole) e chrysos (oro). Con i suoi rami vigorosi e argentei veniva infatti incoronato il capo del dio del sole Apollo e della dea della saggezza e della guerra Atena.
Baciato dal sole, Helichrysum italicum cresce spontaneo nella selvaggia Italia centromeridionale, sviluppandosi su suoli rocciosi, pietrosi e talvolta inospitali e racchiudendo il grande prestigio di ricordare nel colore e nel nome due metalli preziosi, quali argento e oro. Il fogliame infatti si caratterizza per un grigio ‘lucente che non ha eguali, le infiorescenze per un giallo carico, che mira invece ad eguagliare lo splendore del sole. Proprio i fiori di elicriso, detti perpetuini, in quanto capaci di persistere a lungo sulla pianta anche dopo la sfioritura, venivano utilizzati come simbolo di amore e della sua immortalità nelle celebrazioni di matrimonio. Ancora oggi nelle case della Grecia, gli abitanti sono soliti appendere rametti o intrecci di elicriso come buon auspicio.
La pianta è largamente riconosciuta come aromatica per la profumazione del fogliame, che porta alla mente il profumo penetrante della liquirizia. Già in epoca greco-romana e nel medioevo poi essa venne apprezzata come pianta officinale, trovando impiego nelle malattie respiratorie, reumatiche e allergiche. Ad oggi, Helichrysum italicum viene inoltre impiegato come spezia in cucina. Le foglie essiccate insaporiscono diverse pietanze a base di verdure e carni bianche.
Capace di regalare vegetazione e fioritura generosa, questa specie non manca in un giardino che vuole rendere omaggio alla flora mediterranea, capace di amare ed aspirare con tutte le sue forze alla imponenza del sole.